In Italia, circa 1 adulto su 5 convive con dolore cronico alla schiena
Il Mal di schiena nel mondo colpisce 619 milioni di persone. Ma si può prevenire e trattare con il giusto percorso.
Il mal di schiena non è solo un fastidio passeggero. È, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità e le più recenti pubblicazioni scientifiche, la prima causa di disabilità nel mondo.
Nel 2020 ha colpito oltre 619 milioni di persone, e si stima che entro il 2050 saranno più di 843 milioni. Parliamo di una condizione che, se trascurata, può compromettere il movimento, il lavoro, la qualità del sonno e perfino l’umore.
Eppure, molti continuano a considerarlo “normale” o inevitabile. Il risultato? Il dolore si cronicizza, peggiora e finisce per limitare sempre di più la vita quotidiana.
Perché il dolore alla schiena peggiora?
La lombalgia, ovvero il dolore nella parte bassa della schiena, spesso inizia in modo lieve, magari dopo una postura sbagliata o uno sforzo. Ma se non viene affrontata correttamente, può trasformarsi in un dolore continuo, che tende a tornare e diventare parte della routine.
Il problema non è solo fisico: con il passare del tempo, il mal di schiena cronico può influenzare il sonno, la mente, l’energia e la voglia di muoversi. Un vero circolo vizioso che si autoalimenta.
Cosa funziona davvero per il dolore alla schiena (e cosa no)
Oggi le linee guida internazionali sono molto chiare: Riposo prolungato e farmaci in autonomia non risolvono il problema a lungo termine. Ciò che funziona è un percorso attivo, personalizzato, con professionisti formati.
In particolare, l’approccio più efficace è quello che combina terapia manuale ed esercizio terapeutico mirato.
1) La terapia manuale (osteopatica o fisioterapica) aiuta a ridurre il dolore, migliorare la mobilità della colonna e rilassare i tessuti contratti.
2) L’esercizio terapeutico insegna al corpo a muoversi meglio, rinforza le zone instabili e previene le ricadute.
3) L’educazione sul problema riduce ansia e paura del movimento, spesso nemiche invisibili.
Quando queste tre componenti lavorano insieme, i risultati sono concreti e duraturi: meno dolore, più libertà di movimento, più energia, meno paura.
Molte persone aspettano “che passi da solo”, oppure si affidano solo a farmaci momentanei. Ma spesso questo ritarda la risoluzione e rende il problema più difficile da trattare.
Il momento migliore per iniziare un percorso è all’inizio dei sintomi.
Ma anche chi convive con dolore da mesi o anni può ottenere miglioramenti significativi.
Un professionista qualificato – fisioterapista o osteopata – è in grado di valutare la situazione, costruire un piano su misura e accompagnare passo dopo passo nel recupero.
Se il dolore persiste da più di qualche giorno, non aspettare che peggiori: rivolgiti a un professionista. Un percorso corretto può davvero restituirti libertà di movimento, energia e benessere. Perché muoversi senza dolore non dovrebbe essere un privilegio, ma una priorità.